Mi sento di lottare contro i mulini a vento Mio figlio è nato a dicembre e quest'anno ha fatto i sei anni. Il tutto iniziò l'anno scorso con le maestre della materna che ci dissero di far fare una visita specialistica a nostro figlio perché al bambino mancava la pronuncia della erre.
Abbiamo seguito il consiglio delle maestre e abbiamo iniziato un percorso al servizio sanitario (tre sedute e test con psicologa e altre con logopedista) in cui il bambino si è stressato e noi insieme a lui. Alla fine dello stesso anno ci hanno detto che aveva bisogno di sedute di logopedia in preparazione delle elementari, ovviamente la lista di attesa era lunga e quindi ci siamo rivolti a pagamento. Ne abbiamo fatte quattro poi abbiamo interrotto tutto perché ci siamo accorti che gli stessi test somministrati dalla logopedista, la quale sosteneva che il bambino non era in grado di farli, con noi li faceva. All'inizio della scuola purtroppo la lettera- ponte ha bollato il bambino come un bambino con problemi, al primo colloquio ci siamo sentiti dire che nostro figlio si sarebbe sentito un fallito, che sarebbe stato emarginato e che la classe sarebbe andata avanti e lui sarebbe rimasto indietro. La maestra inoltre ci suggeriva di andare da un bravo neuropsichiatra per avere una diagnosi e una cura...
Siamo andati da un neuropsichiatra a pagamento che ci ha detto che nostro figlio era a posto e che le maestre avevano interpretato male le carte del servizio sanitario. Abbiamo parlato anche col il preside... Al secondo colloquio con le maestre è riemersa la problematica; a questo punto ho fatto notare che mio figlio è un bambino normale che ha solo bisogno che vengano rispettati i sui tempi di maturazione. A casa già dall’inizio della scuola stavo leggendo un libro scritto da un’insegnante che spiega come insegnare a leggere e a scrivere ai bambini di prima elementare, grazie a quello e al fatto che ho la possibilità di seguirlo al pomeriggio, sono riuscita ad ottenere dei risultati.
Da scuola all’inizio infatti mi arrivavano, attaccate al quaderno, delle fotocopie di altri bambini (comprensive di voto), adesso succede meno, ma capita lo stesso. Il problema grosso è che mio figlio grazie a questo si sente sfiduciato di se stesso. Non si tiene nemmeno in conto che ha un anno di differenza coi compagni, che arriva a fare tutto quello che fanno gli altri ma un filo dopo. Questo mettere voti gli ha creato ansia da prestazione e sfiducia nelle sue capacità tanto da farmi esternazioni quali: “Ho paura di andare a scuola perché la maestra poi mi mette zero e a me importa”. L’apprendimento avviene solo se prima si riesce a instaurare un rapporto di fiducia con il bambino. La mia maestra delle elementari mi diceva sempre: “Oggi è andata così, ma non ti preoccupare domani è un altro giorno e farai meglio” i bambini vanno spronati non sviliti. La situazione è stressante e cerco di essere serena per non trasmettergliela ma è dura.