“Sai, io volevo ancora giocare, come quando ero all'asilo. Non mi piaceva stare seduto per ore in quel banco, non mi piaceva guardare quei segni alla lavagna, che mi sembravano tanti scarabocchi messi insieme, io non riuscivo a leggere e scrivere quei segni, che avevano tante forme diverse, perché mi confondevo. Allora preferivo mettermi a pensare alle cose divertenti, ai miei giochi preferiti, non volevo ascoltare i miei compagni che leggevano e non volevo vedere i loro bei voti. Tutti sembravano sempre più bravi di me e tutti erano più intelligenti di me! Per me era molto brutto andare a scuola, allora facevo tanti capricci sperando che mamma non mi ci portasse, ma lei mi ci portava lo stesso, quindi mi arrabbiavo e quando tornavo a casa le facevo mille dispetti e non volevo fare i compiti. Poi la maestra ha parlato con la mia mamma e le ha detto che forse io ero malato di scrittura e di "distrazione", le ha detto che non era colpa mia se non sapevo leggere e scrivere, di non insistere con me, di portarmi da un dottore.
La mamma non era d'accordo e mi diceva di impegnarmi, mi sgridava per farmi studiare, ma io le dicevo che aveva ragione la maestra e che lei non doveva obbligarmi a studiare, allora la mamma diceva a papà che io non mi impegnavo abbastanza e mi punivano togliendomi la Tv e i videogiochi. Così la mamma discuteva con la maestra e con papà per colpa mia, a me dispiaceva perché loro mi volevano bene, forse io ero cattivo, stupido, ma non era colpa mia se non ero intelligente come gli altri. Poi mamma e papà mi hanno portato dal dottore molte volte e lui ha detto che io sono molto intelligente e che dovevo solo allenarmi bene e tanto. Così mamma mi ha detto che mi avrebbe portato in una scuola più bella con una maestra molto brava e con tanti nuovi amici. Ora sono nella nuova scuola, la maestra è un po’ severa, mi fa lavorare tanto, mi fa riscrivere quello che sbaglio, tante volte, fino a che non lo scrivo giusto e mi fa leggere molto. A volte sono un po’ stanco, ma in questa scuola mi diverto, perché facciamo tante cose belle ed io non sono più un disastro, prendo bei voti, sono come i miei compagni, siamo tutti alunni che imparano impegnandosi, siamo tutti intelligenti!
I miei genitori ora sono molto fieri di me!"
La mamma:
Questo è quello che ho raccolto dalle confidenze e affermazioni che il mio bambino crescendo mi ha riportato. Ho provato per un attimo a scrivere calandomi nei panni di un bambino e ripensando a tutte le cose accadute nella mia vita e in quella di mio figlio, e alle sconsiderate diagnosi ricevute che si sono dimostrate infondate. Ne è uscita questa sintesi, ho deciso di condividerla con PENSARE oltre, che offre un vero aiuto alle famiglie consentendo a molti bimbi di crescere in modo giusto. Noi adulti molto spesso non guardiamo le cose con gli occhi dei bambini e la Scuola, che dovrebbe tirare fuori il meglio dai bambini oggi, invece pretende di “curarli” disperdendo il valore stesso dell’istruzione.
Di Tiziana Marzano