Mi chiamo Barbara classe 1972 e ho sempre avuto grossi problemi in matematica… Così iniziava la prima parte della mia storia.
É passato un po' di tempo e la morale di questa epopea è di avere oggi una bambina forte, generosa, sensibile e serena, che affronta i cambiamenti in modo positivo, che sta lavorando tanto, sia dal punto di vista didattico che personale.
Risultato che però è frutto di un difesa feroce dell’educazione, dell’istruzione e dell’individualità della mia bambina, perché purtroppo, quando incontri un insegnante che non crede nel bambino, ma crede nel “disturbo" i segni rimangono sulla pelle del piccolo e nel suo cuore e non è affatto facile superare un'esperienza come la nostra… ma si può, si può e si deve!!
Dopo aver cambiato scuola, decisione che è stata d’obbligo se volevo salvare mia figlia da un'etichetta…. speravamo che tutto fosse finito. Abbiamo conosciuto la nuova insegnante… le abbiamo raccontato la nostra storia… sembrava avesse capito e condiviso. Ma qualche giorno dopo, all'uscita da scuola, mia figlia mi è piombata tra le braccia in lacrime e tra i singhiozzi mi ha detto che la vecchia insegnante la stava cercando! La bimba infatti, aveva involontariamente ascoltato una telefonata tra la vecchia e la nuova maestra e sentito quest'ultima parlarne con una collega...
Ho immediatamente chiesto spiegazioni alla nuova insegnante, perché mia figlia era davvero turbata e spaventata, e mi sono trovata davanti un muro di omertà, non ho mai saputo cosa si siano dette le due insegnanti, ma l'atteggiamento della maestra nei confronti di mia figlia era cambiato radicalmente… come un marchio a fuoco.
Era scomparsa la meritocrazia, nessuno dei suoi sforzi veniva premiato… ai colloqui venivano ripetuti in modo meccanico sempre gli stessi pregiudizi, fino ad invitarmi ad "approfondire" eventuali "disturbi", lavoravamo per migliorare le cose e al colloquio successivo ripartiva la recita dello stesso copione, nonostante i risultati fossero evidenti! Al contempo vedevamo ovunque la vecchia insegnante: ferma in macchina sotto casa, davanti alla chiesa, uscire dalla nuova scuola... mia figlia perdeva ogni giorno fiducia nelle sue capacità e interesse nella scuola..."tanto a che serve, qualunque cosa faccio non serve a niente” ripeteva.
La Questura, il Provveditorato agli studi e PENSARE oltre… sono stati gli strumenti della nostra salvezza unitamente a tanto amore e a un impegno quotidiano per la mia piccola.
Ho presentato un esposto, ho raccontato tutto quello che mia figlia aveva dovuto subire, ho diffidato la nuova scuola dal violare la privacy di mia figlia dando informazioni alla vecchia insegnante e ho mantenuto gli occhi bene aperti, ho parlato numerose volte con la nuova insegnante, con scarsissimi risultati… ma ho tenuto duro e soprattutto ho usato i consigli pratici e legali del Manuale “Disturbi? Quali Disturbi? sulla tutela dei miei diritti. Grazie a quello che avevo letto potevo argomentare e sostenere qualsiasi discussione!
Alla prima velata allusione ai "disturbi" la mia risposta è stata:" Guardi la fermo subito, condivido e supporto un Movimento Culturale che come Associazione non profit, informa scientificamente e culturalmente su questo fenomeno. Non riconosco nessun valore di aiuto né di soluzioni utili a queste etichette di disturbi, anzi! Esistono sicuramente delle difficoltà, ma non ci sono alterazioni, deviazioni o malfunzionamenti fisici nella mia bambina, piuttosto difficoltà didattiche ed educative che vanno trattate caso per caso, ed é esattamente quello che faremo: mi consigli esercizi da svolgere a casa, sono un'insegnante, lavoriamo fianco a fianco!” Inutile dire che non mi é mai stato consigliato nulla, né un esercizio, né un testo...ce la siamo dovuta cavare da sole, con enorme soddisfazione!!
E così abbiamo superato la terza e la quarta elementare e oggi finalmente in quinta siamo state premiate con l'arrivo di una nuova meravigliosa maestra che ha lavorato in modo ineccepibile, premiando gli sforzi, colmando le lacune, valorizzando i punti di forza della bambina, mentre noi a casa continuavamo a cercare la chiave di comprensione giusta per ogni materia! E che soddisfazione vedere gli occhi di mia figlia illuminarsi quando la nostra ricerca porta i suoi frutti!
Essere un'insegnante é stato importante, ma non fondamentale, non lo fossi stata, mi sarei appoggiata a un insegnante esterno alla scuola, avrei cercato la persona giusta a costo di attraversare le montagne a piedi, nulla avrebbe potuto fermarmi!
Adesso ci aspettano le medie e tanto lavoro ancora da fare, con lo stesso enorme entusiasmo e con il desiderio di comunicare a tutti che le etichette sono uno sbaglio e che le cose si possono cambiare!!
Gli insegnanti validi esistono, l'ho provato sulla mia pelle, così come ho provato la sensazione di impotenza e confusione che ti attanaglia quando, per quanto cerchino di spiegarti, non riesci a capire...l'ho provato io per anni, fino all'anno integrativo delle magistrali, quando ho incontrato l'insegnante giusta e i numeri sul quaderno hanno finalmente avuto un senso...chi mi conosceva già, stentava a credere ai miei risultati all’università: facoltà di Architettura, esami di analisi matematica superati con la media del 30!!!! Io, proprio io, che all'esame di maturità ho bucato il foglio a forza di cancellare e all'università spiegavo gli esercizi a compagni provenienti dallo scientifico… Non accettare mai un etichetta di “moda”, una classificazione di essere sbagliati, per se stessi o per i propri figli è il primo importante passo fondamentale per risolvere il devastante problema sociale dei disturbi che di fatto sta creando un esercito di bambini, incapaci di imparare, deficitari e peggio convinti di essere nati con qualcosa che non va!
Barbara