di Redattore Sociale
L’importanza di una scuola che renda possibile l’incontro dei ragazzi con le cose del mondo
La scuola ha un compito importante, oltre a quello formativo deve esporre i ragazzi all’esperienza e al contatto con la realtà. L’attività didattica è un tempo dove non ha luogo solo l’assimilazione, ma al contrario, è uno spazio in cui il maestro dovrebbe "spingere l’allievo all’indipendenza", per questo va ripensata con gli insegnanti e gli studenti.
La pensa così Marco Orsi, autore del testo “L’ora di lezione non basta” (Maggioli Editore, 2015), maestro elementare, dirigente scolastico e ideatore delle scuole “Senza Zaino”, Orsi attualmente è coordinatore dei tutor universitari presso il Corso di laurea in scienze della formazione primaria dell’Università di Firenze. Il testo è frutto di una riflessione personale che si basa su letture e ricerche, visioni e pratiche, ma anche su discussioni ed esperienze sul campo.
Rendere possibile l’incontro dell’alunno con le cose del mondo - Non solo “lezione” ma “cose” e “comunità” assumono un’importanza rilevante, un insegnamento che si confronta direttamente con la vita, l’approfondisce e l’affronta, che incoraggia il bambino a riconoscerne “durezza e bellezza ma anche insondabilità”, che lo aiuta “a incontrarsi/scontrarsi con il limite” sapendo alimentare al contempo, meraviglia e curiosità per le cose del mondo. Il docente in tutto questo percorso, ha un ruolo da intermediario, è un facilitatore che deve saper accompagnare il ragazzo a conoscere, interpretare e dare un nome alle cose che lo circondano, anche gli oggetti diventano strumenti di conoscenza.
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