di Bartolomeo Merola, insegnante
La scuola rappresenta il fulcro della società civile e non deve sostituirsi alla famiglia
La Repubblica voluta dai Padri Costituenti e, a parere di chi scrive, confermata dal Popolo Italiano con il Referendum Costituzionale del quattro dicembre scorso, non si è limitata ad affermare l’affascinante principio sancito in altre democrazie del mondo (l’uomo ha il diritto di essere felice).
Il nostro Stato garantisce a ciascuna persona l’esercizio delle libertà e delle uguaglianze e si impegna a rimuovere gli ostacoli che potrebbero concretamente limitarle (art. 3 C.).
Si sancisce il principio delle pari opportunità, che si fonda sul diritto all’istruzione di tutti e di ciascun individuo. L’istruzione riduce le differenze e favorisce la partecipazione attiva alla crescita materiale ed economica della Nazione (art. 4 C.), rispettando le caratteristiche di ognuno. Promuove il godimento delle libertà economiche (art. 41 C.).
La scuola rappresenta il fulcro della società civile e non deve sostituirsi alla famiglia (intesa come nucleo sociale). Ha funzioni complesse, a cui si demandano le sorti della crescita e degli equilibri sociali. E’ una scuola viva, ricca ed a sostegno delle persone e genitori, che sono obbligati e sopratutto titolari del diritto originario dell’istruzione della prole (art. 30 C.).
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