Sta per cominciare un nuovo anno scolastico. Chi prosegue sa in partenza che cosa troverà, almeno in linea di massima. Chi, invece, varca la soglia di una scuola primaria per la prima volta, vive emozioni straordinarie che saranno indimenticabili, affronta uno dei primi passaggi che la vita riserva, vive un cambiamento.
Nella mente di genitori e bambini si affollano pensieri, aspettative, timori. I bambini, queste meravigliose creature, sono più audaci di noi adulti e sanno affrontare i mutamenti con maggiore intraprendenza perché l’ingresso alla scuola primaria rappresenta la strada per diventare “grandi”, dove impareranno a leggere e a scrivere bene! Essi hanno già compreso che crescere esige l’acquisizione di competenze e di abilità sempre più ricercate e sono liberi da formule preconcette e da pregiudizi.
Sono le stereotipie degli adulti o addirittura i loro impliciti non risolti (l’angoscia di separazione, un cordone ombelicale che fatica a tagliarsi, vissuti infantili…) che si riflettono negativamente sulla psiche di un bambino e che condizionano la formazione della sua personalità.
Andare a scuola “è bello”, così affermano i bambini. Scelgono lo zaino, il portapenne, i quaderni con le immagini dei loro eroi preferiti, perché essi stessi si vivono come arditi eroi di un’avventura: come sarà la maestra o il maestro? E i compagni saranno simpatici o antipatici? Bravi o cattivi? Ci sarà l’amica o l’amico del cuore? Chissà! Sono elettrizzati e curiosi. E finalmente quel primo giorno arriva. Qualcuno piange e si aggrappa al vestito della mamma o del papà, qualcun altro, impavidamente, avanza senza più badare ai propri genitori. “Andate, andate, io sono grande”.
Tutto resterà per sempre impresso. Insomma, è un grande giorno.
Ciascuno di noi ha memoria di quel giorno: un ricordo sfocato o lucido, un particolare, una sensazione, un’immagine sbiadita. Non dimentichiamocene quando accompagneremo i bambini in quel passaggio della loro vita.
Leggi tutto l'articolo su Borgione