Dr. Andrea Pirera
L’essere umano deve avere una posizione centrale qualunque sia il ramo di attività cui ci si dedichi.
L’essere umano è dotato di interezza, intesa come altro rispetto la somma delle parti, e di continuità nella gamma che va dal meramente materiale al puramente spirituale. In realtà questi due ultimi estremi non esistono; compito di ciascuno di noi è di migliorare se stessi e gli altri, spostandone il baricentro verso il lato dello spirito.
Questo processo (vogliamo chiamarlo educazione?) avviene essenzialmente mediante l’elaborazione interna di informazioni provenienti dall’esterno. Nei confronti degli altri il compito è quindi quello di informare e guidare all’elaborazione. I risultati di questo processo comunque, data l’impossibilità di valutazione assoluta, non possono essere stimati con altro mezzo che non sia la valutazione del comportamento. Lo studente viene valutato con gli esami, chi lavora con il rendimento, l’essere umano in generale tramite le sue caratteristiche visibili.
Sorge la domanda: a parte la guida e l’istruzione che non sono per loro natura materiali pur essendo materiali gli strumenti utilizzati, esistono altri mezzi per influire sul comportamento? Certamente sì, e sono mezzi essenzialmente materiali, andando dalle amfetamine per gli esami alla droga per stimolare l’immaginazione. Da qui la domanda chiave: è bene adoperare questi mezzi? Tralasciando per il momento tutti gli aspetti pratici, mi pare chiaro che la risposta è data dalla espressione in corsivo della premessa, ed è negativa.
Le dimostrazioni addotte da Movimento Culturale Pensare Oltre, sono per me convincenti sul piano scientifico. Esse si basano infatti sul concetto scientificamente inattaccabile di oggettività del concetto di “malattia”, concetto al quale non sono riducibili le cosiddette “malattie mentali”. Il momento in cui una malattia mentale sia oggettivamente diagnosticabile, cessa di essere tale e rientra nel campo della patologia.
La mia adesione personale a questo Movimento Culturale, è pertanto frutto di radicate convinzioni. Addirittura la considero solo una parte del più ampio dibattito (ma c’è?) sull’uso di stimolanti da parte di chiunque e per qualunque motivo. Ciò che è comunemente accettato per lo sport, dove il doping è causa di abominio, deve valere anche in campo intellettuale.
Il mio interesse per la scienza – in particolare per la fisica e le scienze naturali – maturata con molti anni di studi e letture mi dà la presunzione di poter intervenire nel dibattito scientifico, non come esperto ma come utilità interdisciplinare.
Il Movimento Culturale PENSARE Oltre nei suoi obiettivi immediati, ha carattere abrogativo in senso lato, ossia di impedire che vengano approvate delle leggi indesiderate. Implicito è anche l’spetto propositivo, che in via generale è quello di sviluppare il lato creativo e culturale dei bambini, anziché sottoporli a “etichettamenti” e “cure” con farmaci pari a droghe.
La mia passione per la musica è cominciata fin da ragazzo. Oltre allo studio del pianoforte ho dedicato molto tempo alla storia della musica e alle attività collegate con la musica. La mia convinzione è che in questo Paese la musica sia considerata dalla stragrande maggioranza come un prodotto passivo di entertainment, e non come un’espressione straordinaria della singola persona. Sono quindi persuaso che non è sufficiente, per il miglioramento interno, ascoltarla più o meno distrattamente con gli auricolari o partecipare a fenomeni di eccitazione di massa quali sono i megaconcerti all’aperto dei grandi della musica leggera. Penso invece che occorra, e fin dall’età prescolare, “fare” musica, possibilmente d’assieme, per abbinare all’arricchimento interno tutti i vantaggi che derivano dall’aggregazione.
Ovviamente tutte le forme d’arte, incluse le cosiddette minori, possono essere altrettanto valide quanto la musica. Posso quindi propugnare, come forma propositiva all’interno del Movimento Culturale altre attività oltre al fare musica, in primis il teatro, che con la musica condivide i benefici derivanti dall’aggregazione. Tuttavia l’occuparmi e parlare di musica è una cosa che so fare, e dove ho più contatti con il mondo della cultura. Non ritengo nessuna forma d’arte migliore di un’altra, ma faccio distinzione sugli effetti sociali che le diverse forme d’arte possono avere. Credo che agli effetti dello spirito del Movimento Culturale questo punto sia rilevante.