Tutto quello che dovete sapere – parte prima

  • Posted on:  Venerdì, 30 Gennaio 2015 15:09
Vota questo articolo
(0 Voti)

Dott. Roberto Elia Cestari


Con questo primo pezzo, pubblichiamo una serie di articoli a puntate il cui scopo è di fornire al lettore tutti gli elementi di conoscenza per sapere esattamente cosa è la psichiatria, cosa sono le “malattie mentali”, quali differenze esistono tra medicina e psichiatria e perchè, infine, la psichiatria è spesso inefficace o lesiva. È un’occasione unica per chiunque voglia acquisire un livello di conoscenza, su questi temi spinosi, che spesso non viene fornito nemmeno a livello universitario. I testi saranno redatti sempre con linguaggio e terminologia semplici, così da permettere la lettura anche ad un pubblico privo di specifica competenza tecnica.

Parte Prima:

 

Alcune note sulla scienza e sulla sua condizione nella società contemporanea

La scienza è la codificazione sul piano teorico delle scoperte ottenute tramite l’utilizzo del metodo scientifico; tale metodo prevede i seguenti passaggi: osservazione, ipotesi, predizione, sperimentazione, validazione o invalidazione dell’ipotesi, tesi.

Lo scienziato osserva qualcosa, un fenomeno naturale, un accadimento... e cerca di capirne le cause, ideando una ipotesi che spieghi perchè quel fenomeno avviene. Successivamente elabora una verifica della sua ipotesi. Questo è quello che definiamo sperimentazione e predizione.

In pratica lui dice a se stesso: “se la mia ipotesi è valida, allora se farò questo e quello, accadrà che le cose andranno in questo modo...” Quindi attua l’esperimento vero e proprio e se funziona la sua ipotesi è validata. 

Ma per divenire veramente valida, lo scienziato deve fare molti esperimenti, con tutte le variabili possibili e continuare ad avere conferme. Propri della metodologia scientifica sono inoltre la prudenza, il dubbio e la considerazione che ogni scoperta è comunque relativa e sarà presto o tardi superata da nuove conoscenze: da ciò deriva un atteggiamento di modestia e di relatività della conoscenza acquisita.

Nella scienza sono quindi sempre, perentoriamente, esclusi la soggettività, il giudizio o l’opinione personale. Vi sono invece, indubbiamente, verità che ogni individuo ha assunto come proprie e nelle quali crede, per propria scelta o fede: tali orientamenti ricadono nell’ambito politico, filosofico, religioso o quant’altro e nulla hanno a che vedere con la scienza.

Il percorso e la metodologia scientifica ci hanno permesso di acquisire conoscenze e di derivarne applicazioni di cui indubbiamente ognuno di noi gode e beneficia. Al tempo stesso tali conoscenze scientifiche si sono spinte in un numero così vasto di direzioni ed in modo così approfondito che ai nostri giorni nessuno può permettersi di averne una dettagliata cognizione generale. Sino alla fine del XIX secolo esistevano scienziati che si occupavano di molte materie e che studiavano e si interessavano di tutto o quasi, in modo interdisciplinare, tale era il caso, ad es., di Archimede, Leonardo, Galileo e Benjamin Franklin. In quei tempi la generale assenza di istruzione della popolazione, pressoché analfabeta, creava un distacco tra loro e la gente comune. Oggi i livelli di istruzione sono tali per cui buona parte della popolazione, almeno quella con una scolarità superiore, potrebbe discutere con quei geni, ma il divario con gli scienziati attuali è simile a quanto avveniva in passato. Il grado di conoscenza di ogni singola materia è arrivato a limiti ove la specializzazione è assolutamente necessaria al fine di approfondire lo studio e la ricerca. Ciò ha di fatto mantenuto il divario di conoscenza tra scienziato e cittadino, non solo, ha condotto ad un parziale isolamento degli scienziati all’interno dei loro rispettivi campi di applicazione e studio.

Questi due fattori, il divario di conoscenza e il progressivo parziale isolamento, sono condizioni che hanno condotto in tempi recenti, purtroppo non raramente, alla comparsa di manifestazioni estranee alla scienza ed al percorso scientifico, ma più vicine a battaglie ideologiche, che nulla hanno a che vedere con il vero dibattito scientifico.

Troppo frequentemente abbiamo assistito ad annunci entusiastici, fatti anche da autorevoli scienziati, in relazione a scoperte scientifiche, affermate come tali e che erano in realtà semplici ipotesi, per nulla comprovate dalla sperimentazione.

Gli enormi interessi economici, oltre alla fama di celebrità e ad eventuali interessi personali, che spesso ruotano attorno al campo scientifico, hanno certamente contribuito, in quei casi, alla distorsione della verità e delle prove. Siamo giunti al punto in cui, nel corso del 2000, tre delle più autorevoli riviste scientifiche internazionali, “Science”, “Lancet” e “Nature”, hanno pubblicato un fondo di redazione, nei quali informavano che apporranno una nota, laddove necessita, e specialmente nel caso articoli che di fatto esaltano l’efficacia di prodotti in commercio, precisando che in relazione al tale articolo la rivista “non è in grado di assumersi la piena responsabilità della veridicità dei dati contenuti e che questa è a carico degli autori”.

Anche se i mezzi di informazione si occupano sempre più frequentemente di temi scientifici, il divario di conoscenza specifica tra lo scienziato e il cittadino resta ampio e spesso difficile da superare. Molti scienziati e giornalisti si sono dedicati perciò ad una capillare e costante opera di informazione. In questa situazione alcuni ricercatori possono trovarsi nella condizione di fornire risposte o di fare affermazioni che gli interlocutori non sono in grado di contestare e che spesso vengono accettate come verità assolute. I meccanismi di controllo e il dibattito scientifico restano poi frequentemente confinati all’interno dello stesso mondo accademico dello specifico settore: in pratica un gruppo giudica se stesso ed i propri membri.

Nel corso della storia umana questo fenomeno non rappresenta alcuna novità; in passato abbiamo utilizzato il termine “casta”, per definire gruppi di questo genere, che esercitano un potere diretto o indiretto sulla società e sugli altri uomini e che non possono essere “contestati”.

È interessante notare che per molti secoli la scienza è stata intralciata, ostacolata, aggredita e schiacciata, sulla base di convinzioni religiose, da parte di una “casta” che deteneva il potere.

È altrettanto interessante osservare che oggi la scienza, attenzione, solo quando tradisce i propri principi, può trasformarsi essa stessa in una casta di potere che emana verità che, non essendo scientifiche (quando non rispettano i criteri sopra esposti), non possono che ricadere nell’ambito della fede.

Letto 5175 volte Ultima modifica il Mercoledì, 03 Febbraio 2016 14:33

Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.

Approvo