Autore messaggio: Antonella Sagone
Messaggio dislessia, discalculia, disprassia, dismusichia, ecc ecc
e anche dischiacchieria, disgiochia, disfareilbravia ecc ecc :-)
mi piacerebbe cominciare una nuova discussione su questo argomento che a quanto pare tocca tante persone e tanti dei nostri figli.
Quando una "patologia" comincia ad essere epidemica io mi faccio diverse domande:
1) c'è una generalizzazione delle cause patogene che creano questa patologia?
2) stiamo sbagliando a diagnosticare, è diventata una "diagnosi ombrello" per definire tutti i problemi che non sappiamo/vogliamo affrontare?
3) Il comportamento è diffuso perché è normale e è il nostro standard che è sbagliato (troppo restrittivo o diverso da quello che REALMENTE dovrebbe essere considerato normale)?
Vi faccio tre esempi.
1) le patologie allergiche e autoimmuni sono molto più diffuse che in passato. FOrse dovremmo preoccuparci non delle allergie, ma degli allergeni... quandi miliardi di sostanze di sintesi sono immesse nell'ambiente ogni giorno? E cosa sta indebolendo o facendo fare tilt ai nostri sistemi immunitari?
2) classici esempi di "diagnosi ombrello": definire come coliche (o più di recente GERD- malattia da reflusso) qualsiasi pianto del bambino che non sappiamo spiegare o non vogliamo accettare come semplice richiesta di attenzione e cura; definire come candidosi del seno qualsiasi dolore o irritazione dovuta a problemi diversi o a problemi banali di attacco e suszione del bambino che non siamo capaci a diagnosticare; definire come iperattività ogni comportamento di disagio del bambino senza inquadrarlo nel contesto in cui avviene.
3) ecco un esempio del terzo tipo: i "disturbi del sonno" o "insonnia" in età pediatrica che altro non sono se non il normale ritmo di sonno e risveglio notturno del bambino. Una generazione fa era dato per scontato che i bimbi la notte si svegliano e ti svegliano, poi passa; ora non è più accettato e i risvegli notturni son diventati una "patologia" da curare.
fatta questa premessa, come definireste la dislessia, discalculia eccetera? non è che ricadono in una o più di questi casi?
E spiego anche le altre "patologie" che ho elencato...
perché non essere capace a usare le parole o i numeri viene definito un disturbo, e essere "stonato" o non saper disegnare viene semplicemente definito come un non avere attitudine per quel particolare modo di esprimersi? Come definireste un bambino che non è a suo agio a interpretare una mappa? o a danzare? o a mediare un conflitto fra altri due compagni? Perché certe abilità sono ritenute "normali e indispensabili" e altre invece irrilevanti, semplici attitudini caratteriali? perché saper "leggere, scrivere e far di conto", come si definiva un tempo lo scopo della scuola, viene considerato lo standard di partenza (e non avere queste abilità è considerato un "difetto"), mentre saper cantare, suonare uno strumento, dipingere, danzare, avere abilità sociali è considerato una "dote", qualcosa che si ha "in più" ma che se manca non importa?
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