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Il problema della “discalculia”, che riguarda per definizione l'incapacità di fare agevolmente operazioni di calcolo, sembra essere epidemico in Italia.
Il 20% della popolazione scolastica italiana ne sembra colpita. In questo caso è l’altissima percentuale di discalculici a insospettire e a fare riflettere.
Gli studenti coinvolti sono davvero tanti. Sono troppi!
Coloro che sarebbero colpiti da difficoltà di apprendimento della matematica nei suoi vari aspetti (dalle sequenze numeriche, alla difficoltà aritmetiche, all’eseguire correttamente algoritmi di calcolo), raggiungono livelli da fare supporre che la popolazione italiana sia in matematica divenuta un Ogm, cioè un organismo geneticamente modificato.
Però, insieme alla lettura delle percentuali sulla discalculia, vanno fatte anche altre valutazioni che riguardano la diffusione dello studio della matematica nella nostra nazione.
L’Italia è il paese con la minore propensione allo studio della matematica rispetto all’Europa e agli Stati Uniti.
La matematica è la materia più odiata dagli italiani. Se ne deduce che gli italiani non amino studiare la matematica e che i risultati di tali studi siano insufficienti.
Quindi, secondo il parere degli scienziati, le metodologie e i programmi di insegnamento della matematica in Italia, nella comparazione con le classifiche internazionali, risultano inefficaci e il disamore degli studenti ne sarebbe la conseguenza.
Inoltre, dobbiamo tenere in debito conto anche dei nostri attuali costumi sociali: viviamo con calcolatrici, registratori di cassa, computer, cioè deleghiamo sempre più alla macchina l’esecuzione delle procedure di calcolo numerico, quindi anche per gli adulti le competenze matematiche risultano essere solo quelle elementari.
La matematica è la materia più odiata agli italiani? Non è una bella cosa. Proprio no.
Però non facciamone una “malattia” chiamata discalculia, altrimenti non potremo modificare questo dato nazionale.
Togliendo il pregiudizio, avremo modo di scoprire che il ragionamento matematico è creativo e inventivo, e che è anche un gioco divertente a patto di capirne la ricchezza analitica, filosofica, intellettiva, che spesso ci sfugge, nell’idea che sia solo una materia utile quando serve o una patologia quando non la si apprezza.
Quindi, l’insegnamento stesso della matematica in Italia nelle classifiche internazionali risulta molto scarso e il disamore degli studenti, anche secondo il parere degli stessi scienziati, va ricercato nei metodi e programmi di insegnamento. Inoltre, va considerato non solo il metodo di insegnamento, ma anche i nostri costumi sociali, viviamo con calcolatrici, registratori di cassa, computer, cioè deleghiamo sempre più alla macchina l’esecuzione delle procedure di calcolo numerico, quindi anche per gli adulti le competenze matematiche risultano essere solo quelle elementari.
La matematica è la materia più odiata agli italiani? Non è una bella cosa. Proprio no. Però non facciamone una malattia. Perché altrimenti non potremo modificare questo dato nazionale. E avremo modo di scoprire che il ragionamento matematico è creativo e inventivo e che è anche un gioco divertente.
Estrapolazioni da "Le Due Anime della Matematica Prof. Facchinelli" >>
Se i nostri allievi non lo sanno, noi dobbiamo sapere che non è vero che il motivo per cui è opportuno studiare la matematica è quello della ginnastica del cervello, altrimenti si potrebbe insegnare a giocare a bridge o a scacchi: ginnastica per ginnastica è probabilmente più divertente, e possiede inoltre degli elementi di socializzazione che il cimento matematico di per sé non contiene. Come è altrettanto falso che la conoscenza di un teorema o di una legge matematica possa avere un’utilità pratica nella vita: a parte le quattro operazioni e poche altre cose, non c’è branca della matematica la cui conoscenza, al livello cui la richiediamo oggi a scuola, abbia l’utilità di una lingua straniera, o della capacità di riparare un rubinetto.
E allora si tratta di individuare le ragioni vere per cui studiare la matematica, e poi, cosa ancor più difficile, farle nostre, considerarle come fondamentali nell’impatto degli studenti con la materia, tenerle presenti come punto di riferimento nella progettazione annuale del programma da svolgere nelle classi, farle vivere in ogni singola lezione. Si tratta di trovare, per noi e per i nostri allievi, le motivazioni, la ragion sufficiente del nostro lavoro e del loro studio. E le ragioni che si possono evidenziare sono almeno di due ordini, in apparenza divergenti, di fatto complementari.
Nel suo evolversi la matematica è stata ora un mezzo di approccio e dominio del mondo fisico, uno strumento di conoscenza del reale, ora una espressione della cultura e della Weltanschauung, (concezione del mondo in tedesco) del momento – e spesso ambedue le cose. Ed è proprio nell’approfondimento di queste due anime, che la matematica si giustifica e si impone come disciplina imprescindibile. Proporla e studiarla deve significare evidenziare, da un lato i legami culturali che la matematica ha con ogni altra espressione creativa del pensiero umano: la filosofia, la musica, l’arte figurativa, la letteratura; dall’altro lato, le strutture matematiche che esprimono in modo formale i meccanismi, per lo più inconsapevoli, delle nostre scelte e delle nostre azioni concrete.
Ma quanto dei programmi ministeriali risponde a queste necessità, e quante volte ci siamo preoccupati di comunicare, di far emergere un’immagine più vera della matematica mediando quei programmi con i nostri studenti? Non si tratta di mettere un cappello introduttivo al nostro corso di matematica, o di ricordarsi di raccontare che la trigonometria serve anche ai topografi per calcolare le altezze dei monti, o che un’importante applicazione della derivata è fornita dal concetto di velocità istantanea. Si tratta di assumere una mentalità diversa, in base alla quale sia più importante sapere a che cosa serve uno strumento matematico, e come e perché è nato, piuttosto che saperlo applicare a problemi artificiosi, o anche saperne dimostrare le proprietà.
Per Approfondire: Studi su discalculia >>