Gianmaria Benedetti - Neuropsichiatra - 04/06/2012
Disturbi di apprendimento
(Email ricevuto dal Neuropsichiatra)
"Sono una mamma di un ragazzo dislessico diagnosticato in ritardo all'età di 14 anni con dislessia, discalculia disgrafia. Ho due nipotine una di due e due mesi una di una anno , la bimba di due anni conosce una decina di parole se dette le ripete , la bimba di un anno non parla se vuole qualcosa si fa sentire con vocalizzi come piccoli urli o piange o si avvicina all'oggetto camminando carponi o sono gli adulti che lo indicano. E normale? Forse sono io che esagero come zia, essendo i disturbi di apprendimento ereditari?"
(Risposta del Neuropsichiatra)
Sì, ritengo che esageri come zia, e non sono molto d'accordo con tante cose contenute nel suo pur breve messaggio anche come mamma...
Già la categoria 'disturbi di apprendimento' è un po' 'strana', a mio avviso. Lei ovviamente intende disturbi 'specifici' dell'apprendimento, ma questa in realtà è una 'diagnosi' di esclusione: se non si trovano altre cause, si attribuisce a qualcosa di 'cerebrale', 'genetico', ma senza reali prove di ciò. E le altre cause basta non vederle, così si parla di 'disturbo specifico'.
In realtà anche parlare di 'diagnosi' (medica) è sbagliato, sempre a mio avviso, perchè fa passare per 'malattia' qualcosa che non corrisponde al concetto di 'malattia', che richiede un substrato anatomopatologico macroscopico o microscopico effetto della malattia e causa dei disturbi prodotti. In realtà nessun disturbo psichiatrico ha queste caratteristiche. Ci sono invece ben precise malattie cerebrali che ovviamente producono anche sintomi psichiatrici o neuropsicologici, come gli ictus, o i tumori cerebrali, ecc, ma questa è un'altra cosa.
Senza superare però i limiti di un consulto, devo dire che nella mia esperienza non ho mai trovato casi di 'vera' dislessia, o DSA. Approfondendo ci poteva sempre essere qualche aspetto ambientale, didattico, psicologico ecc che poteva entrare in gioco.
Sono abbastanza convinto che l'attuale voga della 'dislessia', sancita anche dalla legge (!?! quando mai servono le leggi per decidere questioni scientifiche?!?) sia un errore di cui la scuola italiana sconterà gli effetti nei prossimi anni.
Nei singoli casi, ovviamente, è importante seguire lo sviluppo individuale caso per caso cercando di superare gli ostacoli ma anche 'allenare' alle future difficoltà della vita, all'insegna del'"Io speriamo che me la cavo", che mi sembra uno dei motti più saggi e salutari...
Mi sembra che la paura della dislessia stia diffondendosi quasi come quella dell'autismo, e di altre 'malattie' sulla cresta dell'onda questo periodo. Forse quello di trasformare in malattie biologiche, mediche, i problemi dell'esistenza, a tutti i livelli, si sta rivelando un boomerang che aumenta le paure dei genitori. Da un lato si calmano sensi di colpa e frustrazioni, ma dall'altra si diffonde la paura di malattie, quasi epidemie moderne che sostituiscono le antiche epidemie e flagelli nella paura delle genti...
Ovviamente il dibattito è aperto...
Non me ne voglia,
Cordialmente
dr G Benedetti
Estratto da: