C’è qualcosa che è molto importante i genitori vengano a sapere. Alla fine del secolo scorso, senza chiedere il loro permesso, senza farli scegliere, senza neppure avvisarli, e senza sperimentazione, senza prova alcuna di vantaggi, il metodo alfabetico, che veniva usato da oltre tremila anni per insegnare a leggere e scrivere ai bambini, venne abbandonato e sostituito con un metodo “visivo” o “della parola intera”, utilizzato per i bambini sordomuti.
Questo metodo ha molti nomi e varianti – metodo “globale”, “configurazionale”, “misto”, “bilanciato” ecc. – ma la sostanza è la stessa: esso insegna a leggere le parole prima di insegnare le lettere dell’alfabeto, quindi a memorizzare visivamente le parole intere, come se fossero simboli cinesi.
Le difficoltà che i bambini incontrano da allora nella lettura e nella scrittura, gli sbagli, le confusioni, gli scambi, la lentezza, sono caratteristici dell’uso di questo metodo e non dipendono da deficit dei bambini. Un’epidemia di difficoltà nella lettura, come quella ora in corso in Italia, avvenne alla metà del secolo scorso negli Stati Uniti, dove il metodo alfabetico era già stato abbandonato da tempo e fu riconosciuto essere dovuta al metodo visivo o globale, tanto che fu chiamata “Educational dyslexia” o “Dislessia educativa”, cioè “Dislessia provocata dal metodo di insegnamento della lettura”.
REGINA BIONDETTI: CURRICULUM
Regina Biondetti, medico, ha una formazione psicanalitica compiuta presso l’Associazione psicanalitica “Il tempo della parola” di Venezia e un’esperienza psichiatrica effettuata sia nella struttura ospedaliera di Diagnosi e cura che nel servizio territoriale di Salute mentale. Ha collaborato per anni con associazioni di familiari di persone con disagio psichico e di ex-tossicodipendenti.
Svolge la sua attività a Padova, dove ha tenuto équipes e incontri intorno alla teoria e alla pratica della psicanalisi, all’elaborazione delle rappresentazioni di disagio, all’educazione e alla tossicodipendenza. È stata relatrice in dibattiti pubblici sul tema della patologizzazione e psicofarmacologizzazione dell’infanzia. Ha pubblicato vari articoli nella collana «Rhythmós», i quaderni dell’Associazione “Il tempo della parola”, sui temi: La mitologia della sostanza e la droga; Amore e odio; I giovani, i vecchi e la città; La seduzione del figlio; Formazione e terapia; Creazione e schizofrenia; e, sul tema dell’ADHD, l’Appendice a «Neuroschiavi», di M. Della Luna, Macro Edizioni: Come si inventano una sindrome e un mercato per gli psicofarmaci.
Dal 2007 collabora alla ricerca ed elaborazione teorica del Movimento “Pensare Oltre”, per la tutela dell’infanzia da diagnosi erronee di “malattie”, prive di alcun fondamento scientifico.