Tratto da: La scuola raccontata al mio cane
Siamo tutti inermi e alla casualità di quel che ci capita per sorte.
Tutti sappiamo benissimo quali sono i bravi insegnanti di una scuola. Lo sappiamo talmente bene che, quando in veste di genitori andiamo a iscrivere nostro figlio a una nuova scuola, sappiamo già in quale sezione vorremmo che finisse. Le voci corrono, la Fama vola, come ha sempre fatto, e in genere dice il vero, perché buona fama non si costruisce sul nulla.
Ma tutto ciò purtroppo… non è misurabile! E dunque non esiste. Quel che può esistere è solo una mera quantificazione del lavoro svolto. Ed ecco allora profilarsi all’orizzonte una possibile qualificazione degli insegnanti non in base al merito, ma in base alle ore di lavoro svolte, e soprattutto alla disponibilità a entrare nelle varie commissioni e a occuparsi dei vari progetti. Vince l’insegnante poli-funzione. E dell’insegnante che passa le sue giornate in biblioteca a studiare Dante, o il teorema di Fermat, o Kant, non importa niente a nessuno.
Peccato… Chissà come lo insegna bene Dante (o Fermat, o Kant) quel docente, e magari riesce anche a “passare” la sua passione ai ragazzi! Peccato che tutto ciò non sia valutabile.
Sappiamo anche tutti benissimo quali sono in una scuola gli insegnanti meno bravi. Ma questo è un problema insormontabile. Bisognerebbe sormontarlo però, una buona volta, perché un insegnante che non insegna procura un danno davvero incalcolabile al singolo studente, e quindi all’intera società: condanna all’ignoranza e alla perdita di… “motivazione”.
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